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Attualizziamo JP Renzi: altro esposto in Procura…

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Devo ammettere che non ho ben capito: gli italiani, orientati per il “no” o per il “sì” (o per l’astensione) al referendum tra due settimane, sanno e soprattutto hanno capito di che si tratta? Che o è tutta una bufala della serie “povero Renzi… se non lui chi?… e l’instabilità, dove la mettiamo senza…?, oppure è uno scandalo enorme che riassumerebbe politica e finanza (bancarotta) in questo Paese? Un consiglio: ragionate su tutto ciò prima di pensare al voto, quale che sia. E’ in ballo il presente ma soprattutto il futuro (sic!)
o.b. 

RENZI 2°, IL GOLPE – ALTO TRADIMENTO IN COMBUTTA CON JP MORGAN E VOTO ESTERO DI SCAMBIO. ECCO IL J’ACCUSE
Andrea Cinquegrani, La Voce delle Voci

Renzi sotto accusa per alto tradimento, atto secondo. Presentato alla procura di Roma il 16 novembre un nuovo esposto denuncia contro il premier – dopo il primo di fine ottobre – articolato in dieci, pesantissime ipotesi di reato, sia a carico di Matteo Renzi che del Ceo di Jp MorganJamie Dimon. Non basta, perché segue a ruota un’altra bordata da novanta, ossia un esposto denuncia sul voto truffa degli italiani all’estero, soprattutto a base di “voto di scambio” e di quantomeno “anomalo” utilizzo di ingenti fondi per promuovere il SI al referendum del 4 dicembre.

Autentici macigni che piovono sul capo del nostro primo ministro: ma incredibilmente ignorati e silenziati dai media, anche quelli di consolidata fede anti-renziana, che agli attacchi documentati preferiscono le punture di zanzara.

Autore del j’accuse Elio Lannutti, storico fondatore e animatore di Adusbef, la sigla da anni in prima linea per tutelare gli interessi dei risparmiatori vessati e tartassati da banche e assicurazioni, e per denunciare gli ormai “fisiologici” non controlli da parte degli organismi che, invece, per legge dovrebbero vigilare sulle spericolate operazioni finanziarie, come Bankitalia e Consob. E’ autore, Lannutti, del profetico “Bankster – Peggio di Al Capone i vampiri di Wall street e piazza Affari”, scritto nel 2010.

I GOLPISTI DELLO SPREAD
“Due ‘ennesimi’ esposti denuncia – commenta Lannutti – contro i ‘golpisti dello spread’, i banchieri d’affari e malaffare, auspicando che un giudice a Berlino possa chiarire i comportamenti per Alto Tradimento, articolo 90 della Costituzione, rilevati tra il capo del governo Renzi e il capo di Jp Morgan, Jamie Dimon, in dieci schiaccianti prove. Oltre a chiedere chi siano stati i manipolatori del voto estero ed i fornitori degli elenchi di 4 milioni di italiani, i finanziatori per la spedizione, finalizzata alla propaganda renziana”. E a proposito della denuncia sul voto all’estero, il presidente di Adusbef aggiunge: “si tratta di voto di scambio vero e proprio, e poi di totale mancanza di controlli sulle firme e sullo stesso voto nei consolati esteri, dove può succedere di tutto”. Va solo ricordato en passant che il “voto di scambio” fu uno dei primi ingredienti di Mani pulite: in alcune procure – come ad esempio quella di Napoli – rappresentò il vero grimaldello per scoperchiare il pentolone di Tangentopoli.

Partiamo allora proprio dal voto estero. Dove, a quanto pare, le truppe renziane ne hanno combinate di tutti i colori: e sarà opportuno capire quanto possa finire nella parodia e quanto, invece, nel codice penale. La scoperta del giallo sui voti è tutta merito di Maria Elena Boschi, che candidamente s’è lasciata sfuggire nel corso di uno streaming su Facebook con alcuni ragazzi residenti all’estero, per convertirli sulla via del SI: “Avete già ricevuto la lettera del premier?”, chiede Maria Elena. “No, non è ancora arrivata”, rispondono alcuni. E qualcuno, durante la diretta, aggiunge che la lettera dovrebbe arrivare “contemporaneamente alla busta-elettorale per gli italiani iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero”, ossia il registro ‘Aire’. La ministra delle Riforme, imbarazzata, li corregge e ‘si scopre’: “No, ragazzi, non dite che le lettere arrivano ‘contemporaneamente’ ma ‘insieme’, se no poi arriva la polemica. Diciamo che sarà… una contemporaneità cronologica”. Maga del tempo e degli astri, fata Maria. Ma la polemica scoppia.

Sbotta il capogruppo di Forza Italia in Senato, Renato Brunetta: “L’invio contemporaneo delle due lettere è un reato gravissimo: un soggetto privato ottiene di poter inviare una lettera insieme ad una comunicazione istituzionale. Non si tratta di un solo reato, ma di una collezione di reati. E’ una vicenda da impeachment per il presidente del consiglio”.

Cerca di buttare acqua sul fuoco il ministro degli Interni Angelino Alfano, che imitando la candida Boschi mette a segno un altro autogol: “E’ un’iniziativa assolutamente normale – osserva con acume da costituzionalista doc – che ha tutta l’istituzionalità che giustifica l’intervento di un presidente del Consiglio a promozione del voto”.

UNA PIOGGIA DI AUTOGOL
Peccato che lo stesso premier ne faccia due, di autogol: da guinness. Da un lato attribuisce la responsabilità dell’invio galeotto al suo maggiordomo al Viminale, dall’altro cerca comunque di mettere una pezza a colori sostenendo che “così avevan fatto altri”, a proposito di Silvio Berlusconi e dello stesso Pierluigi Bersani(suo predecessore alla guida del Pd): circostanza falsa, dal momento che i due, Berlusconi e Bersani, avevano inviato sì comunicazioni, ma da segretari di partito, non certo da premier.

Gli autogol non finiscono mai, e a riprova di quanto il partito del SI sia nel pallone c’è una vera chicca: nel messaggio di propaganda inviato dalle truppe renziane, dove campeggia la foto di Matteo abbracciato al presidente Usa Barack Obama, insieme ad una scritta “Caro Italiano, cara italiana”, in perfetto stile Dc ai tempi delle letterine pre voto, fa capolino un indirizzo internet, “www.bastausi.it”. Mai enne (n) fu tanto galeotta: e il marchiano errore di ortografia da alunni delle primine si trasforma presto in un boomerang, con quel dominio occupato al volo da alcuni aficionados del No (in particolare il comitato “Costituzione Bene Comune”) e utilizzato come veicolo di propaganda per le ragioni antitetiche!

Poi l’ultima, clamorosa gaffe, Gerusalemme che si trasforma per incanto in capitale della Palestina nelle letterine inviate da babbo Renzi agli italiani “ivi” residenti. Ironizza il sito dell’ebraismo italiano Moked: “la lettera ha un sapore antico, decisamente vintage nella più benevola delle ipotesi”.

Ma è sulle cifre del mega invio postale che si gioca molto della partita (anche sotto i profili penali). E a questo proposito parecchi danno i numeri. Il “range”, a quanto pare, è molto ampio. Tenuto conto che sono in ballo 4 milioni di italiani all’estero, nell’ipotesi minimale, ossia un invio al costo di una prioritaria ‘leggera’ (che non vada oltre il peso massimo stabilito), pari a 0,40 euro, il totale ammonterebbe a 1,6 milioni di euro. Ma c’è chi arriva a calcolare 4 milioni di euro e chi fantastica addirittura la sbalorditiva somma da 14 milioni. Azzarda un’ipotesi il senatore ex forzista Gaetano Quagliariello: “se le lettere costassero 2 euro l’una, il totale sarebbe addirittura pari a tutti i risparmi totalizzati con l’abolizione del Cnel, 8 milioni di euro. Ma soprattutto: Renzi scrive come premier violando l’imparzialità del suo ruolo o come segretario, rappresentando una sola parte?”.

Renzi doppio, Renzi double face. Ma il primo a denunciare il paradosso degno del miglior copione in tema di dottor Jekill e mister Hyde è stato Ferdinando Imposimato, magistrato storico e profondo conoscitore della Carta Costituzionale. Il quale un mese fa ha ricordato le parole di uno dei padri costituenti, Piero Calamandrei: “Nella preparazione della Costituzione il Governo non ha alcuna ingerenza: può esercitare per delega il potere legislativo ordinario, ma nel campo del potere costituente non può avere alcuna iniziativa. Neanche preparatoria”.

“Quando l’assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del Governo dovranno essere vuoti. Estraneo del pari deve rimanere il Governo alla formazione del progetto”.

“Se si affida al Governo o ad una commissione di tecnici non facenti parte dell’assemblea la preparazione del piano, la sovranità popolare viene menomata”.

ATTENTI A QUEI DUE
I due sono Renzi e Dimon, capo del Governo e capo del colosso finanziario a stelle e strisce. I quali – come denuncia Lannutti nel Decalogo per Alto Tradimento – si sono già incontrati almeno due volte, in via ufficiale. La prima addirittura quattro anni fa, quando Matteo sedeva sulla poltrona di sindaco a Firenze. Nella stupenda cornice di palazzo Corsini i due cenarono con il fresco plenipotenziario di Jp Morgan in Europa, l’ex primo ministro britannico Tony Blair: un cognome, il suo, che fa perfettamente rima con bugiardo, in inglese ‘liar’. Proprio le menzogne che costruì il leader del Labour party (sci) in persona quando si trattò di confezionare le bufale anti Saddam Hussein, ossia il pretesto (il dossier taroccato sull’uranio nigeriano) per la guerra Usa d’invasione e di sterminio in Iraq. Parlarono di Italia, di ‘riforme’, di ‘rottamazioni’ i tre: nonostante Renzi fosse solo ‘primo cittadino’ della città gigliata.

Buon fiuto, quello di Jp Morgan, nel puntare sul cavallo vincente, il puledro della super selezionata scuderia Napolitano, alla sua terza scommessa dopo i premier altrettanto mai scelti (dal popolo bue) Mario Monti edEnrico Letta. E infatti il secondo incontro della band, stavolta con Matteo in sella al governo, avviene il 1 aprile 2014 a Londra. Cena, ovviamente, a base di pesce, organizzata dal nostro ambasciatore Pasquale Terracciano, menù composto da Jobs Act e rottamazione di quel che resta del nostro povero Stato, dal Senato passando per le Province fino alla Costituzione, da gustare come dessert.

E nel bel mezzo, maggio 2013, Jp Morgan partorisce le Tavole della Nuova Legge, il percorso che i “Paesi periferici”, i Pigs come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia dovranno digerire, con o senza ricino, per voltare pagina: basta con gli scioperi – sottolineano senza giri di parole i Soloni di Jp Morgan – basta anche con le proteste per ogni legge che non piaccia al popolo. E di nuovo, basta con le Costituzioni che impediscono ai governi di governare e ai padroni di spadroneggiare.

Adesso, dopo qualche settimana, Lannutti torna alla carica, presentando di nuovo la denuncia per Alto Tradimento, contenente alcuni elementi nuovi, emersi nel corso degli ultimi giorni. A quanto pare altri esposti dovrebbero essere presentati in alcune procure italiane, affinchè – se non a Berlino – si possa trovare un giudice un po’ più vicino, disposto a indagare e far luce su una connection da brividi, orchestrata dai big della Finanza speculativa sulla pelle dei cittadini italiani, espropriati dei più elementari diritti e dei loro risparmi.

Non dimentichiamo che Jp Morgan ha subìto una pesantissima sanzione delle autorità di controllo statunitensi per aver orchestrato anche la crisi del 2008, il crollo di Wall Street che ha avuto conseguenze nefaste non solo per i cittadini statunitensi ma per le economie di mezzo mondo, ammazzato dai prodotti tossici e dagli hedge fund che oggi devastano i mercati.

E, ancor più in questi giorni, non dimentichiamo il ruolo che sta giocando la stessa Jp Morgan per il ‘salvataggio’ (sic) del super sforacchiato Monte dei Paschi di Siena, già ossigenato due volte a botte di milioni di euro (ricordate i Monti bond?). Monte dei Paschi oggi guidato da un Jp Morgan doc, Marco Morelli, già ai vertici di Mps (e sanzionato da Bankitalia per un altro prodotto avariato consigliato ai risparmiatori, Fresh) e nominato con un vero golpe telefonico dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan su imput di Renzi (a sua volta ‘ordinato’ da Jp Morgan).

La prima denuncia per Alto Tradimento nei confronti della Renzi-Dimon band, firmata da Lannutti in qualità di presidente dell’Adusbef e da alcuni parlamentari dei 5 Stelle è datata 25 ottobre. Immaginate che in questi giorni la stampa anti Renzi abbia dato la clamorosa notizia? Che Marco Travaglio abbia informato cittadini, lettori ed elettori della denuncia? Anche solo per diritto-dovere di informazione? Eppure, ogni giorno il premier è sulla prima del Fatto.

Pensate che i nemici giurati della stampa di destra o comunque non etichettabile quale progressista, come Libero, il Giornale, la neo Verità griffata Maurizio Belpietro abbiano ragguagliato il loro pubblico con una ghiottoneria del genere? Macchè. Il silenzio più assordante: a ‘sinistra’, al ‘centro’ e a ‘destra” tutti allineati, coperti, embedded.

E’ la stampa, bellezza!

 


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